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martedì 29 marzo 2011

Successo dei verdi nelle elezioni regionali tedesche

Strepitosa avanzata dei verdi nelle elezioni regionali tedesche. Nel Baden-Wuerttemberg, la ricca regione dell'industria dell'auto, crescono dall'11% al 25% e assieme ai socialdemocratici passano al governo, nella Renana Palatinato ottengono addirittura un incremento di quasi 4 volte passando dal 4,5% ad oltre il 17%. La cancelliera Merkel esce ridimensionata (ma così pure i socialdemocratici ed anche i liberali) soprattutto a causa della sua politica ambigua sul nucleare che sotto la pressione delle lobby energetiche aveva consentito di estendere la vita media delle centrali più vecchie di oltre 10 anni, centrali che altrimenti avrebbero dovuto essere disattivate entro il 2020. La repentina sospensione di questo provvedimento a seguito della crisi nucleare in Giappone non ha convinto l'opinione pubblica tedesca molto sensibile sui temi ambientali e molto favorevole allo sviluppo delle fonti rinnovabili.
Questo spostamento di grandi fette di elettorato verso i partiti verdi è avvenuto anche in Francia nelle elezioni regionali del 13 marzo che hanno visto raddoppiare le preferenze del partito dei verdi superando per la prima volta il 12%. Il risultato sarebbe stato probabilmente ancora più favorevole ai verdi francesi se le elezioni fossero state una settimana dopo.
E da noi?
Anche da noi vi è un progressivo aumento di sensibilità verso i temi ambientali, reso in questi giorni ben evidente dai sondaggi dopo la tragedia giapponese che sta causando un disastro nucleare che per gravità si  avvicina drammaticamente al disastro di Chernobyl del 1986, ma che potrebbe addirittura superarlo nel caso peggiore di definitiva impossibilità di riprendere il controllo del raffreddamento dei reattori, vista l'alta densità della popolazione residente nelle regioni di Fukushima e in quelle adiacenti rispetto alla bassa densità delle popolazioni residenti nel '86 nelle regioni di Chernobyl e dintorni.
Mi auguro che questa tensione ambientale rimanga alta al fine di raggiungere il quorum nel referendum prossimo del 12 giugno, ma una eventuale vittoria del SI non deve essere presa come punto di arrivo. Le forze politiche progressiste di opposizione al governo Berlusconi, il PD in primo luogo, devono imboccare definitivamente con massima decisione e convinzione la strada delle energie rinnovabili, inesauribili, distribuite democraticamente su tutto il globo per ribaltare la situazione attuale dipendente dalle fonti fossili in esaurimento, altamente inquinanti, climalteranti e causa continua di conflitti militari, e quindi avviare la nuova economia ecologica, il fondamento della rivoluzione verde del XXI secolo.