La
ristrutturazione delle case per la riqualificazione energetica avrebbe
bisogno di un'azione politica molto determinata dell'amministrazione
comunale di Sirmione che dovrebbe prima di tutto motivare i cittadini fornendo il
buon esempio partendo dalla riqualificazione energetica in classe B o A
(dove possibile) di tutti gli edifici pubblici: sede
del comune, scuole, asili, ecc.
Il tutto andrebbe visto con un'ottica
di media e medio lunga scadenza fissando degli obiettivi per il 2020 e
per il 2030.
Io vorrei che il comune si dotasse di un PAES Piano di
Azione per l'Energia Sostenibile con scadenza al 2020 all'interno di un
progetto più ampio al 2030. A pochi Km da Sirmione
il comune di Castelnuovo del Garda non solo si è dotato di un ottimo
PAES ma ha addirittura vinto l'anno scorso il premio A+COM, promosso da
Alleanza per il Clima e Kyoto Club, perché il suo progetto è stato
giudicato il più meritevole nella categoria dei piccoli comuni. In
totale, nelle 4 categorie in gara vi erano ben 250 comuni italiani. Ma
dotarsi di un PAES, che vuol dire aderire al Patto dei Sindaci europei
per la riduzione volontaria dei consumi energetici del proprio comune
oltre il traguardo della riduzione del 20% prevista dal protocollo
20-20-20 lanciato nel 2008 dalla Germania ed adottato dalla Comunità
Europea, implica prima una presa di coscienza del problema, cosa che
manca completamente all'attuale amministrazione di Sirmione. Basta
pensare a come è stato realizzato l'asilo di Rovizza il Sant'Orsola,
l'ultimo edificio pubblico di una certa rilevanza realizzato, in cui il
comune spende quasi 2400 euro al mese in energia elettrica e gas, un
asilo costruito non negli anni 70/80 ma nel 2004! Inoltre l'obiettivo
minimo della riduzione del 20% dei consumi energetici al 2020 è molto
impegnativo considerando da quale basso livello partiamo e che solo
grazie alla spinta del consigliere Volpi è stato introdotto nel 2011
l'obbligo della classe energetica B per i nuovi edifici! Credo che,
considerando i tempi ristretti, un PAES a Sirmione potrebbe essere
possibile con un progetto ambizioso di teleriscaldamento geotermico
sfruttando il nostro sottosuolo da cui preleviamo la ben nota acqua
termale. Si potrebbe fare utilizzando sonde geotermicbe a profondità tra
i 700 e 1000 metri ( a 700 metri circa si estrae l'acqua termale a 70
gradi) senza prelevare ulteriore acqua, ma solo il calore del sottosuolo
e quindi molto meno impattante. Progetti di teleriscaldamento
geotermico a medio-bassa entalpia (tra 70 e 80 gradi) sono stati
realizzati soprattutto in Austria e Germania con sonde a profondità
maggiori grazie al supporto economico della Comunità Europea attraverso i
piani di sviluppo della geotermia nell'ambito del programma Intelligent
Energy Europe della Commissione Europea.
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