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martedì 19 aprile 2011

Cancellato il programma nucleare. Ma c'è da crederci?

Mossa astuta del governo Berlusconi che oggi ha inserito nella moratoria già prevista nel decreto legge omnibus, all'esame dell'aula del Senato, l'abrogazione di tutte le norme previste per la realizzazione di impianti nucleari nel Paese. L'obiettivo è duplice: evitare di perdere voti nelle Amministrative del prossimo mese e depotenziare il referendum abrogativo del 12-13 giugno. Se passa l'abrogazione in parlamento allora il referendum è cancellato col risultato che gli altri tre quesiti referendiari, i due sulla gestione dell'acqua, e quello sul legittimo impedimento si vedono di colpo ridotte le probabilità di raggiungere il quorum necessario per la loro validità. Dagli ultimi sondaggi risulterebbe infatti una buona probabilità di raggiungimento del quorum dei referendum trainati da quello sul nucleare dopo il disastro della centrale di Fukushima in Giappone. (vedi questo link: fukushima. analisi nielsen)
Una reale volontà di cambio nella politica energetica lo si potrà meglio vedere nei prossimi decreti sulle energie rinnovabili in particolare nell'atteso quarto 'Conto Energia' dopo che il noto decreto Romani (detto 'ammazza rinnovabili') dello scorso 3 marzo aveva ridotto la durata del terzo Conto Energia, approvato in Agosto 2010, da 3 anni (2011-2013) a 5 mesi (scade il 31 maggio) ed introdotto il tetto sull'installato totale e delle assurde norme di gare al ribasso per gli impianti sopra i 5 megawatt di potenza. Non credo ad una svolta del governo, ma solo a mosse tattiche per prendere tempo e poi, passata la tempesta Fukushima, riproporre il tutto magari cambiando tattica (centrali di dimensioni ridotte inferiori ai 500 MW ma distribuite sul territorio) sotto la pressione dei grossi lobbisti del nucleare di confindustria (Ansaldo, Edison, Impregilo, Enel).

domenica 17 aprile 2011

Centrale elettrica alimentata da pollina a Bedizzole

Ultimamente ho ricevuto alcune mail dal circolo PD di Pedizzole, tramite PDGarda, riguardanti la realizzazione di una centrale elettrica alimentata dalle deiezioni avicole (la pollina).
L' 8 aprile si è svolto il consiglio comunale di Bedizzole che aveva all'ordine del giorno punto 2) 'discussione in merito alla richiesta di autorizzazione alla installazione di un impianto di recupero energetico proveniente dalla gassificazione delle deiezioni avicole (pollina)'.
Ricercando nel sito del comune di Bedizzole ho anche trovato la lettera di convocazione della Conferenza dei Servizi per il prossimo 27 aprile da parte della Provincia di Brescia per la valutazione della domanda di autorizzazione alla realizzazione dell'impianto.
Pertanto il progetto sta proseguendo l'iter autorizzativo per ora senza ostacoli.
Sul sito del Ministero della Sviluppo Economico, si trova la scheda di dettaglio del progetto che recita:
Nome progetto: Realizzazione impianto di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (biomassa-pollina) di potenza pari a circa 1 MWe ubicato nel comune di Bedizzole in Via dei Riali da parte della società 3 A s.s. Società Agricola.
Tipo: Biomassa e linea elettrica
Data: richiesta 04/03/2011

Avrei da fare le seguenti considerazioni:
Vi sono delle incongruenze tra quanto dichiarato dal comune (si parla di 'gassificazione') e quanto descritto nel sito del Ministero e nella lettera della Provincia dove si parla di 'biomassa'.
Prendendo per buono quello che dichiara il comune si tratta di un impianto che utilizzza la pollina come fonte primaria per un processo di gassificazione che alimenta un generatore elettrico a turbina con una potenza elettrica di 1MW (dalla descrizione del Ministero).
Questo tipo di processo non è una operazione molto efficiente dal punto di vista energetico anche se la centrale è di tipo a cogenerazione con recupero del calore. Calore che (ipotizzo) probabilmente è utilizzato dall'azienda agricola per scaldare l'allevamento avicolo e/o delle serre nel periodo invernale ma che nel periodo estivo è sicuramente parzialmente inutilizzato.
Il processo di gassificazione normalmente produce fanghi di scarico che devono essere smaltiti ed una miscela di gas e ceneri; il gas deve essere filtrato (quindi ceneri di scarto) ed il successivo processo di combustione della miscela di gas produce particolato (dal residuo delle ceneri rimaste), ossidi di carbonio e azoto, CO2 e vapor d'acqua.
Per quanto possano essere filtrati i fumi di scarico non credo che riesca ad abbattere anche il microparticolato (il noto PM10) visto che l'impiego di tecnologie per la sua eliminazione  aumenterebbe notevolmente il costo dell'impianto ed abbasserebbe contemporaneamente l'efficienza complessiva (anche di un 10%) e di conseguenza la resa e quindi anche il vantaggio economico per l'azienda.
Non ho trovato specificato in nessun documento la provenienza della pollina. Mi auguro sia prodotta dalla stessa azienda in loco altrimenti allo scarico dei fumi dell'impianto si aggiungono gli scarichi dei mezzi di trasporto della pollina fino all'impianto.
L'impianto è di una discreta potenza (1 MWe) l'equivalente di 333 impianti fotovoltaici da 3kW familiari come quello che ho installato a casa mia. Ma attenzione questa è la potenza elettrica dichiarata che nel complesso del ciclo produttivo, partendo dal contenuto energetico della pollina, alla fine risulta essere solo un terzo (33%) di quanto immesso in ingresso all'impianto, ovvero la potenza potenziale della pollina in ingresso è 3 volte tanto. Un altro terzo di potenza è recuperato sotto forma di calore (sono ottimista) ed il restante terzo è disperso nell'ambiente sempre come calore. Inoltre questo genere di impianti hanno un rendimento complessivo che dipende anche dalla potenza ovvero le migliori efficienze si ottengono con potenze superiori ai 5 MWe e solo gli impianti di grossa taglia impiegano le migliori tecnologie di filtraggio dei fumi.

Il mio parere personale per questo genere di impianto è sicuramente negativo, se poi la pollina non è prodotta in loco è fortemente negativo.
In sostituzione io proporrei di utilizzare la pollina (ammesso che sia prodotto in loco) secondo due modalità operative alternative e/o combinate:
- per la produzione di biogas in un digestore anaerobico e poi utilizzare il biogas per alimentare la turbina per la generazione di energia elettrica. I vantaggi sono molteplici tra i quali: ridotta emissione di fumi di scarico (quasi assenti, la componente nettamente predominante del biogas combusto è CO2 e vapor d'acqua),
riutilizzo del prodotto 'digerito' come integratore di concimi agricoli. Possibilità di usufruire comunque degli incentivi per gli impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile.
- utilizzare la pollina direttamente per la produzione di concime organico per impieghi in agricoltura in forma sbriciolata o pellet, ma la convenienza economica per l'azienda ne risulterebbe ridotta.

Credo che la richiesta di una valutazione tecnica indipendente sia più che legittima e soprattutto doverosa e dovrebbe essere fatta almeno in forma preliminare tempestivamente per presentarla come osservazione e memoria presso la Provincia prima della riunione della Conferenza dei Servizi del 27 così come indicato nella lettera di convocazione.